Scuola calcio: intervista con i mister dei Pulcini 2012

  • 21 Gennaio 2022
  • News

A tu per tu con  gli allenatori del gruppo 2012 del Savio: Luca Baroni (a sinistra), Roberto Lori (al centro) e Massimo Smacchi (a destra).

 

Quanto è importante per i ragazzi divertirsi in questa fascia d’età?

Roberto Lori: “È la cosa più importante. È l’obiettivo che deve prefissarsi una scuola calcio, in quanto questi bambini passano la maggior parte del loro tempo a scuola, dove magari si divertono poco, oppure sono a casa probabilmente davanti alla Playstation. Per loro venire qui deve essere uno svago, non devono avere pressioni di alcun tipo. Devono venire per divertirsi, per imparare con serietà e impegno, ma per divertirsi.”

Luca Baroni: “Il divertimento è la cosa più importante, è la base per poi allenarsi con serenità, voglia e motivazioni. Noi lo poniamo al primo posto, addirittura prima della didattica e di tutto ciò che concerne il Savio.”

Massimo Smacchi: “Divertirsi è la cosa primaria per questa fascia d’età, perché i ragazzi di oggi hanno molti impegni, sono sempre concentrati su qualcosa, quindi il divertimento è fondamentale. Devono arrivare con la voglia di divertirsi qui al Savio.”

 

Quali sono gli aspetti più importanti da curare in questa fascia d’età?

Roberto Lori: “Noi abbiamo la fortuna di allenare una fascia d’età in cui i bambini sono particolarmente ricettivi, sia dal punto di vista cognitivo che motorio, quindi cerchiamo di variare il più possibile le esercitazioni, concentrandoci soprattutto sull’aspetto tecnico e coordinativo. Loro sono in questa fase delle spugne, apprendono in maniera veramente facile, quindi bisogna essere bravi a variare e a stimolarli.”

Luca Baroni: “Sono sicuramente lo svago e il cercare di tenere sempre motivati i ragazzi, perché viviamo un periodo molto difficile dal punto di vista dei rapporti interpersonali. Quindi questo per i bambini diventa un momento di aggregazione, di svago, un momento per far uscire tutte le loro peculiarità e la voglia di divertirsi”.

Massimo Smacchi: “Sicuramente fargli apprendere, non tanto la tecnica, quanto la capacità di stare in un gruppo, perché è il gruppo che poi ti aiuta a crescere. Poi il resto viene da sé, è tutto consequenziale: poi viene la tecnica, l’apprendimento del gesto e così via…”

 

 

Quali sono gli esercizi che i ragazzi apprezzano di più durante l’allenamento?

Roberto Lori: “Sicuramente la partita finale, quella l’aspettano più di tutto, perché possono divertirsi e mostrare tutta la loro fantasia senza vincoli. Poi tutti gli esercizi in cui c’è una sfida, una gara, quindi competizione.”

Luca Baroni: “Sicuramente quelle in cui hanno il pallone fra i piedi, quando gli diamo un obiettivo da raggiungere o quando creiamo delle sfide tra di loro. Devono sempre essere motivati a cercare di raggiungere un obiettivo, per questo cerchiamo di essere sempre motivo di stimolo.”

Massimo Smacchi: “Sicuramente le sfide che li aiutano a crescere, sono sempre in movimento, sono attivi ed è importante. Certo la partita è il momento a cui tengono di più, però è fondamentale che lavorino sempre col pallone, ogni bambino deve avere il suo pallone e deve imparare a saperlo gestire. Comunque la competizione in generale è la cosa più importante.”

 

Quanto conta l’affiatamento tra i ragazzi?

Roberto Lori: “È importante. Secondo me è il calcio che è importante nel formare questi bambini dal punto di vista caratteriale e nel farli socializzare, perché in uno sport di squadra bisogna relazionarsi con i compagni. Ci sono momenti in cui si può litigare, ma bisogna sempre darsi una mano in campo e il calcio in questo è un maestro di vita.”

Luca Baroni: “L’affiatamento è fondamentale nel calcio come in tutti gli sport di squadra. Qualcosa che si ha dall’inizio, ma che si incentiva nel tempo. Noi cerchiamo sempre di fare esercizi di squadra, quasi ma troppo individuali. Quindi questo affiatamento si crea anche facendo gli allenamenti e gli esercizi di squadra mirati.”

Massimo Smacchi: “Come tutti gli sport di squadra l’affiatamento è indispensabile, i ragazzi devono essere uniti e fortunatamente stiamo facendo un gran bel lavoro con Roberto e Luca, perché abbiamo un gruppo di all’incirca 30 ragazzi molto affiatati tra loro. Certo può capitare qualche discussione durante una sfida o un esercizio, però sono tutti amici e quello aiuta ad essere una squadra.”

 

 

Come vi state organizzando per queste domeniche senza partite?

Roberto Lori: “Fortunatamente abbiamo la possibilità di allenarci, ci vediamo il week-end per fare dei tornei tra di noi, cercando di renderli interessanti. Quindi faremo un mini-torneo a squadre con l’obiettivo di vincere e divertirsi.”

Luca Baroni: “Ci affronteremo tra di noi nel week-end, metteremo in pratica il lavoro settimanale. Rispetto al campionato, c’è anche il vantaggio che possiamo interrompere il gioco per spiegare meglio una fase di gioco e aiutarli a migliorare su tantissimi aspetti che magari durante la domenica non è possibile spiegare.”

Massimo Smacchi: “Per fortuna possiamo continuare a fare le sfide in famiglia, per cui i ragazzi continueranno a lavorare e a restare attivi, dinamici e a divertirsi.”

 

Per quale motivo hai scelto il Savio? Lo consiglieresti?

Roberto Lori: “Ovviamente lo consiglierei a tutti, sia ai giocatori che agli allenatori. Al Savio ci sono cresciuto come calciatore, mi ha dato la possibilità di approdare nel professionismo. Sarò per sempre legato al Savio per questo. Poi mi ha dato la possibilità di cominciare ad allenare e questo mi rende molto orgoglioso. Per me è una famiglia, quando sto qui mi sento a casa. Si lavora con serenità ma con competenza.”

Luca Baroni: “Lo consiglio a tutti, sia ad allenatori che giocatori. Io sono alla mia prima esperienza e sto imparando tantissimo, perché vengo aiutato molto dai miei colleghi. Il Savio è una società storica e quindi ha delle peculiarità che poche società hanno a Roma. È un posto ideale per tutti.”

Massimo Smacchi: “Ho scelto il Savio, sembrerà strano alla mia età, per un motivo di crescita. Devo dire che un allenatore, tra virgolette, con i miei anni di esperienza, se vuole può crescere ancora e il Savio è una società perfetta per questo. Aiuta perché si lavora con ragazzi giovani che magari hanno altri stimoli, altri punti di vista e quindi aiutano chi ha una visione un po’ obsoleta del pallone. Per cui sono grato sia a Luca che a Roberto che lavorano con me, alla presidenza e a tutto lo staff del Savio, mi rendo conto che sto crescendo anch’io. Io lo consiglio a tutti, anche agli allenatori che pensano di conoscere e sapere tutto, perché c’è sempre qualcosa da scoprire e migliorare. Al Savio puoi migliorare.”

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